
La scarsità d’acqua colpisce oltre il 40% della popolazione mondiale e si prevede che la situazione peggiorerà[1]
Il Rapporto sullo sviluppo idrico mondiale delle Nazioni Unite (ONU) del 2018 (WWDR) afferma che entro il 2050 quasi 6 miliardi di persone soffriranno di scarsità di acqua pulita, definita “igienizzata”.
3,6 miliardi di persone in tutto il mondo, circa la metà della popolazione mondiale, vivono in aree che devono affrontare scarsità d’acqua per almeno 1 mese all’anno.
Più di 2 miliardi di persone vivono in paesi che soffrono di forte stress idrico. La situazione probabilmente peggiorerà con la crescita della popolazione e della domanda di acqua e con l’intensificarsi degli effetti del cambiamento climatico[2].
Nel corso degli ultimi cento anni la popolazione mondiale è cresciuta di 4 volte mentre l’utilizzo globale di acqua è cresciuto di sei volte, una crescita che sembra destinata a proseguire costantemente. Di questo passo, approvvigionamenti idrici sempre più incerti e irregolari insieme ai cambiamenti climatici aggraveranno la situazione nelle regioni già sottoposte a stress idrico, generando stress idrico anche in quelle regioni in cui le risorse sono attualmente abbondanti.[3]

L’aumento delle temperature sul pianeta e piogge più variabili minaccia di ridurre i raccolti in molte regioni tropicali in via di sviluppo, dove la sicurezza alimentare è già un problema[4].
Gli impatti dei cambiamenti climatici sono maggiormente avvertiti attraverso il cambiamento delle condizioni idrologiche, inclusi i cambiamenti nelle dinamiche della neve e del ghiaccio[5].
Le sfide più gravi sono attese non a livello globale, ma su scala regionale e locale. In paesi come Kuwait e Emirati Arabi Uniti, per esempio, il prelievo di acqua è arrivato a rispettivamente oltre il 1.700% rispetto alle risorse idriche disponibili: un livello certamente insostenibile, che comporta anche rischi di pericolose tensioni a livello regionale.
Entro il 2050, il numero di persone a rischio di inondazioni aumenterà dall’attuale livello di 1,2 miliardi a 1,6 miliardi.[6].
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Usi dell’acqua
L’acqua prelevata per usi umani equivale a circa 1.350 L/giorno per persona, destinata così:
- per il 10% per usi domestici (135 L/giorno in media)
- per il 70% per agricoltura e allevamento del bestiame (quasi 1.000 L/giorno in media)
- per il 20% per usi industriali e produzione di energia (circa 270 L/giorno in media)

Nel Medio Oriente & Nord Africa Il consumo d’acqua è maggiore delle precipitazioni per circa 400 L/Giorno per persona. In queste regioni le alte temperature e il clima arido determinano un consumo d’acqua per l’agricoltura e l’allevamento di circa 1.600 L/Giorno per persona: il più alto al mondo.
In Asia del sud (circa 1,8 miliardi di persone) il consumo dell’acqua dolce è determinato principalmente dall’ agricoltura: 1.252 L/giorno per persona, e solo 27 per usi domestici (alimentazione e igiene) il che si pone sotto la soglia di necessità.Anche la disponibilità di acqua è influenzata dall’inquinamento. La maggior parte dei problemi legati alla qualità dell’acqua sono causati dall’agricoltura intensiva, dalla produzione industriale, dall’estrazione mineraria e dal deflusso urbano non trattato e dalle acque reflue[7].
L’erosione del suolo dai terreni coltivati trasporta 25-40 miliardi di tonnellate di terriccio ogni anno, riducendo significativamente i raccolti e la capacità del suolo di regolare l’acqua, il carbonio e le sostanze nutritive e trasportando 23-42 milioni di tonnellate di azoto e 15-26 milioni di tonnellate di fosforo fuori terra, con importanti effetti negativi sulla qualità dell’acqua[8].
L’inquinamento naturale da arsenico nelle acque sotterranee ora colpisce quasi 140 milioni di persone in 70 paesi di tutti i continenti[9].
Oltre l’80% delle acque di scarico (reflue) derivanti dalle attività umane viene scaricato nei fiumi o nel mare senza alcun trattamento per la rimozione dell’inquinamento[10]
Entro il 2050, quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città, rispetto al 50% di oggi. Attualmente, la maggior parte delle città non dispone di infrastrutture e risorse inadeguate per affrontare la gestione delle acque reflue in modo efficiente e sostenibile[11].
L’acqua per usi domestici
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica in 50 L/giorno per persona la quantità necessaria per garantire le esigenze umane fondamentali, consumi alimentari e condizioni sanitarie minime (usi domestici).
Il consumo medio nel mondo è di 135 L/Giorno per usi domestici, ma il consumo nel mondo è molto diseguale: nell’Africa Sub Sahariana circa 1.000.000.000 di persone ha a disposizione solo 14 L/Giorno di media per persona per usi domestici.
Nell’America del Nord si consumano mediamente circa 3.400 L/Giorno per persona di acqua, nell’Africa Sub Sahariana sono solo circa 300 L/giorno pro capite.
In Europa il prelievo di acqua dolce è di circa 1.500 L/Giorno per persona, e si consumano circa 500 L/Giorno per persona di acqua per usi domestici;
Acqua pulita, acqua sanificata e igiene
Oltre 4 miliardi di persone, più della metà della popolazione mondiale non ha accesso a servizi igienici sicuri[12], ovvero un bagno che separa i rifiuti umani dal contatto e un sistema per garantire che i rifiuti vengano smaltiti in modo sicuro. Senza servizi igienici sicuri le malattie si diffondono rapidamente[13].
Nel 2019, il 12% della popolazione mondiale beveva acqua da fonti non migliorate e non sicure. La situazione nell’anno del Covid non è molto cambiata: più del 30% della popolazione mondiale, circa 2,4 miliardi di persone, vive senza avere a disposizione alcuna forma di igiene personale[14].
2 persone su 5 nei paesi meno sviluppati non dispongono di strutture per lavarsi le mani con acqua e sapone: 1,6 miliardi hanno strutture limitate in una casa priva di acqua e sapone, e 1,4 miliardi non ne hanno affatto[15].
Circa un miliardo di persone nel mondo è costretto a usare servizi igienici o latrine non collegati a impianti fognari e gli escrementi sono “smaltiti in situ”.
Oltre 890 milioni tra queste persone si trovano in condizioni ancora peggiori: continuano a defecare all’aperto, ad esempio nei canali, nelle rogge, dietro cespugli o su corsi d’acqua aperti. Oltre che poco sano, ciò è estremamente degradante[16]
L’acqua deve essere più che pulita, deve essere “sicura”. Acqua sicura significa avere acqua in casa, quando serve e priva di contaminazioni[17].

2,2 miliardi di persone non possono accedere a risorse di acqua “sicura”. Ciò significa non sono in condizioni di “utilizzare fonti d’acqua “migliorata” disponibile in loco, quando è necessario (cioè in qualunque momento) e prive di contaminazione”[18].
Le persone che non possono accedere a risorse di acqua “sicura”[19]:
1,4 miliardi di persone mancano di servizi di base, il che significa “disporre di una fonte d’acqua “migliorata” situata entro un percorso di viaggio di 30 minuti tra andata e ritorno”, cioè a una distanza di massimo 1,5 Km. dalla propria abitazione. Il tragitto di ritorno è più faticoso poiché si deve portare il peso dell’acqua. Ai tempi di cammino bisogna aggiungere quelli delle attese per il proprio turno alla fonte.
Oltre 200 milioni di persone mancano persino di servizi limitati, o la fonte d’acqua “migliorata” a cui hanno accesso, dista più di 30 minuti di cammino per raccogliere l’acqua (in questi casi, la fonte è più lontana di un 1,5 Km)
Acqua potabile
1 persona su 3 in tutto il mondo non ha accesso a acqua potabile sicura[20]
È in corso una emergenza idrica molto grave che nei paesi più ricchi non viene percepita: oltre 2 miliardi di persone non hanno ancora accesso ad acqua potabile sicura[21].
Il 10% della popolazione globale (quasi 800.000.000 di persone) non dispone neanche di un servizio di base di ACQUA POTABILE nella propria casa o nelle immediate vicinanze.
In 33 Paesi del mondo OLTRE il 25% della popolazione non ha accesso a un servizio base di acqua potabile, 31 di questi Paesi sono in Africa.
Il 12% della popolazione mondiale beve acqua da fonti non migliorate e non sicure.
Nel 2017, il 29% della popolazione mondiale non ha utilizzato servizi di acqua potabile gestiti in modo sicuro.[22]
Oltre 400 milioni di persone sono costrette a attingere l’acqua da pozzi e sorgenti non protetti.
140 milioni di persone raccolgono acque superficiali non trattate da laghi, stagni, fiumi e la usano “come se fosse potabile”!

Effetti sulla salute della carenza di igiene
1,8 miliardi di persone utilizzano fonti di acqua potabile contaminata da feci, e corrono ogni giorno il rischio di contrarre colera, dissenteria, tifo e poliomielite[23].
Dagli anni ’90, l’inquinamento idrico è peggiorato in quasi tutti i fiumi in Africa, Asia e America Latina (UNEP, 2016a).
Si prevede che i maggiori aumenti dell’esposizione agli inquinanti si verifichino nei paesi a reddito medio-basso e interessati da un aumento della popolazione, specialmente in Africa (UNEP, 2016a).
Circa 827.000 persone nei paesi a basso e medio reddito muoiono ogni anno a causa di acqua, servizi igienici e igiene inadeguati, rappresentando il 60% del totale dei decessi per diarrea. Si ritiene che la scarsa igiene sia la causa principale di circa 432 000 di questi decessi.
La diarrea rimane una delle principali cause di morte, ma è ampiamente prevenibile. Acqua, servizi igienico-sanitari e igiene migliori potrebbero prevenire la morte di 297.000 bambini di età inferiore ai 5 anni ogni anno.[24]
Solo il 50% delle strutture sanitarie nel mondo dispone di servizi idrici di base e solo il 37% delle strutture sanitarie dispone di servizi igienici: un dato impensabile per gli standard occidentali[25]

Diverse malattie legate all’acqua, tra cui il colera e la schistosomiasi, rimangono diffuse in molti paesi in via di sviluppo, dove solo una piccolissima frazione (in alcuni casi meno del 5%) delle acque reflue domestiche e urbane viene trattata prima del suo rilascio nell’ambiente[26].
Acqua e Disuguaglianze
Le donne e le ragazze devono farsi carico della raccolta dell’acqua in 8 famiglie su 10 tra quelle che non hanno l’acqua in casa[27]
La distanza media che le donne in Africa e Asia devono percorrere ogni volta per raccogliere l’acqua è di 6 chilometri

Le aree urbane godono di maggiore accesso a fonti “migliorate” di acqua potabile (96%) rispetto a chi vive nelle zone rurali (78%)
8 persone su 10 che non hanno nemmeno accesso a un servizio base di l’acqua potabile vivono in aree rurali. 7 persone su 10 che mancano anche di servizi igienici di base vivono in aree rurali. 9 persone su 10 che praticano la defecazione all’aperto vivono in zone rurali. Le popolazioni rurali sono le più svantaggiate[28].
La mortalità materna è inaccettabilmente alta. Circa 290.000 donne muoiono durante e dopo la gravidanza e il parto. La stragrande maggioranza di questi decessi (94%) si verifica in contesti con poche risorse e la maggior parte avrebbe potuto essere prevenuta. Delle morti materne e neonatali che si verificano a livello globale, il 99% si verifica nei paesi a basso reddito[29].
Bambini
Ogni giorno, quasi 1.000 bambini muoiono a causa di malattie diarroiche evitabili legate all’acqua e ai servizi igienico-sanitari [30].

I bambini di età inferiore ai 5 anni nei paesi che vivono in zone di guerra hanno 20 volte più probabilità di morire per cause legate all’acqua e ai servizi igienico-sanitari non sicuri che per violenza diretta[31]
Nei paesi meno sviluppati le nascite avvengono in condizioni antigieniche: 17 milioni di donne ogni anno partoriscono in centri sanitari con acqua e servizi igienici inadeguati, il che le mette a rischio di infezioni, malattie e morte[32].
1 milione di decessi ogni anno sono associati a parti avvenuti in condizioni antigieniche. Le infezioni rappresentano il 26% delle morti neonatali e l’11% della mortalità materna[33].
Quasi 900 milioni di bambini in tutto il mondo non dispongono di un servizio igienico di base nella loro scuola[34.
Quasi la metà delle scuole nel mondo non dispone di strutture per il lavaggio delle mani con acqua e sapone a disposizione degli alunni[35].
L’acqua sulla terra[36]
Oltre il 70% della superficie terrestre è coperta da acqua (70,8%). Le terre emerse costituiscono quasi il 30%.
La quantità di acqua che cade sul nostro pianeta sotto forma di precipitazioni in media è di 38.000 L/giorno (litri al giorno) per persona. Ogni anno la natura mette a disposizione delle attività umane 4,3 BILIONI di metri cubi di acqua dolce: significa 4,3 MILIONI DI MILIARDI DI LITRI!

Più dei due terzi dell’acqua dolce è immagazzinata in calotte di ghiaccio e ghiacciai.
L’opinione pubblica ignora che la quantità di acqua contenuta nel terreno e nelle falde acquifere del sottosuolo è 100 volte maggiore a quella presente in tutti i laghi e i fiumi messi insieme, ma purtroppo, stiamo consumando rapidamente le riserve di acque sotterranee senza che sia possibile prevedere con precisione quando si esauriranno.
Si stima che meno del 20% dei bacini di drenaggio del mondo offra una qualità dell’acqua quasi incontaminata[37].
L’inquinamento naturale da arsenico nelle acque sotterranee ora colpisce quasi 140 milioni di persone in 70 paesi di tutti i continenti[38].

Il mondo ha perso il 70% della sua estensione naturale delle zone umide, inclusa una significativa perdita di specie di acqua dolce, negli ultimi 100 anni[39].
Gli ecosistemi in tutto il mondo, in particolare le zone umide, sono in declino in termini di servizi che forniscono. Tra il 1997 e il 2011 sono andati persi servizi ecosistemici per un valore compreso tra 4,3 e 20,2 trilioni di dollari all’anno a causa del cambiamento dell’uso del suolo[40].
A livello globale, il numero di laghi con fioriture algali dannose aumenterà di almeno il 20% fino al 2050[41]
Si stima che circa il 20% delle falde acquifere del mondo venga sfruttato eccessivamente portando a gravi conseguenze come il cedimento del suolo e l’intrusione di acqua salata[42].
Cosa fare?
Garantire a tutti l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari(United Nations Sustainable Development Goal 6)

Prevenire le malattie non è così facile come dovrebbe essere.
Il lavaggio delle mani con acqua e sapone è uno dei modi più semplici ed efficaci per prevenire la diffusione della malattia. Ma 3 miliardi di persone non dispongono ancora delle strutture di base per il lavaggio delle mani con acqua e sapone a casa[43].
La promozione dell’igiene è l’intervento sanitario più conveniente anche dal punto di vista economico[44].
L’accesso universale ad acqua potabile sicura e servizi igienici e igiene adeguati ridurrebbe del 10% il carico globale di malattie. (WHO 2012)
Le opportunità derivanti dallo sfruttamento delle acque reflue come risorsa sono enormi. Le acque reflue gestite in modo sicuro possono essere una fonte economica e sostenibile di acqua, energia, sostanze nutritive e altri materiali recuperabili[45].
I costi di una migliore gestione delle acque reflue sarebbero ampiamente controbilanciati dai benefici per la salute umana, lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale, fornendo nuove opportunità di business e creando anche posti di lavoro “verdi”[46].
Indirizzando gli investimenti verso la conservazione dell’ecosistema legato all’acqua i benefici supererebbero di gran lunga i costi: secondo una stima il valore economico dei servizi ecosistemici a livello mondiale potrebbe essere di 1,5 volte il PIL [47].
Il mondo è in ritardo nel cammino per raggiungere il < Goal 6> del Sustainable Development delle Nazioni Unite che ha come obiettivo l’ accesso ad acqua potabile, servizi igienici e igiene per tutti.
L’UNICEF chiede che si dia una maggiore priorità politica e maggiori finanziamenti per migliorare l’accesso delle famiglie all’acqua, ai servizi igienici e all’igiene, prendendo di mira le comunità più a rischio.






[1] Nazioni Unite, 2018
[2] Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2020: acquae cambiamenti climatici, sintesi. https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000372882_ita
[3] OMS
[4] Nazioni Unite, 2020
[5]UN- ENSURING AVAILABILITY AND SUSTAINABLE MANAGEMENT OF WATER AND SANITATION FOR ALL- https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/25761/SDG6_Brief.pdf?sequence=1&isAllowed=y
[6] Nazioni Unite, 2020
[7] (UN-Water, 2011)
[8] (FAO / ITPS, 2015a)
[9] (OMS, 2018)
[10] (UN WWDR, 2017); https://www.unwater.org/water-facts/quality-and-wastewater-2/
[11] (UNDESA, 2014)
[12] nel 2017 solo il 45% della popolazione mondiale poteva utilizzare servizi igienico-sanitari sicuri. https://data.unicef.org/dv_index/
[13] https://www.unicef.org/stories/10-things-you-didnt-know-about-water
[14] Nazioni Unite, 2020; https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/sanitation
[16] https://www.unicef.org/philippines/press-releases/two-billion-people-lack-safe-drinking-water-more-twice-lack-safe-sanitation-
[17] https://data.unicef.org/dv_index/
[18] https://www.unicef.org/stories/10-things-you-didnt-know-about-water
[19] Elaborazioni di KASSANDRABLOG su dati: Safely managed drinking water – thematic report on drinking water 2017. Geneva, Switzerland: World Health Organization; 2017. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO.
[20] https://weshare.unicef.org/Package/2AMZIFLEV3_N
[21] Elaborazioni di KASSANDRABLOG su dati: Safely managed drinking water – thematic report on drinking water 2017. Geneva, Switzerland: World Health Organization; 2017. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO.
[22] https://data.unicef.org/dv_index/
[23] (OMS / UNICEF 2015)
[24] OMS https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/sanitation
[25] WHO unicef – GLOBAL PROGRESS REPORT ONWASH IN HEALTH CARE FACILITIES – Fundamentals first – https://www.unicef.org/media/89201/file/Water-sanitation-and-hygiene-in-health-care-facilities-fundamentals-first-2020.pdf
[26] (ONU WWDR, 2017
[27] https://www.unwater.org/water-facts/gender/- UN Water and Gender
[28] https://data.unicef.org/dv_index/
[29] Maternal mortality (who.int)– Trends in maternal mortality: 2000 to 2017: estimates by WHO, UNICEF, UNFPA, World Bank Group and the United Nations Population Division. Geneva: World Health Organization; 2019
[30] https://www.unicef.org/media/media_21423.html
[31] (UNICEF, 2019)
[32] unicef – Progress on household drinking water, sanitation and hygiene, 2000-2017- https://data.unicef.org/resources/progress-drinking-water-sanitation-hygiene-2019/
[33 (OMS / UNICEF 2019)
[34] (OMS- UNICEF 2018)
[35] (OMS- UNICEF 2020)
[36] Elaborazioni di KASSANDRABLOG su dati: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Earth%27s_water_distribution.png
[37] UNESCO, 2009
[38] UNESCO, 2009
[39] Nazioni Unite, 2018
[40] Constanza et al.2014
[41] UN DESA, 2012
[42] Gleeson et al.2012)
[43] https://data.unicef.org/dv_index/
[44] Banca mondiale 2016
[45] UN WWDR, 2017
[46] Banca mondiale
[47] Constanza et al.2014