Dal 2011 al 2020 In Italia il numero dei decessi ha superato quello delle nascite di oltre 1.500.000 persone.
La popolazione italiana rilevata al 1^ gennaio 2021 era composta da 59.257.566 abitanti, una cifra inferiore a quella del 2011.
Il saldo tra nuove nascite e decessi (“cambiamento naturale della popolazione”) è diventato negativo a partire dagli anni ’90: dal 1991 al 2000 sono state perse 129.770 persone; dal 2001 al 2010, la popolazione “nativa italiana” è diminuita di 133.480 persone e dal 2011 al 2020 persi 1.552.028 abitanti.
Dal 1961 al 1990 la popolazione italiana era cresciuta di 7.321.324 persone, come saldo tra nuove nascite e decessi (cambiamento naturale della popolazione)!
La variazione complessiva nel decennio nel numero di abitanti tra gennaio 2012 e gennaio 2021 (positiva in verità di appena 276.000 abitanti) è quindi dovuta a un saldo positivo delle immigrazioni di quasi due milioni di persone (1.987.777)
Come conseguenza di questi fenomeni la quota di persone anziane continua a crescere, e l’età mediana italiana supera di circa 4 anni la media della UE.
In Italia l’età media della popolazione è 47,2 anni in Italia. Ciò significa che metà della popolazione Italiana ha più di 47,2 anni, mentre l’altra metà era più giovane.
Anche nella UE l’età media sta crescendo, ed è 43,9 anni al 1° gennaio 2020, ed è in aumento.
Il 36% della popolazione italiana al 1^ gennaio 2020 era costituito da persone di 65 anni o più (definite “anziane” nelle statistiche ufficiali). In Europa la media per tale percentuale è del 20,6%.
L’invecchiamento della popolazione è una tendenza di lungo termine iniziata diversi decenni fa in Europa. Questa tendenza è visibile nelle trasformazioni della struttura per età della popolazione e si riflette in una quota crescente di anziani insieme a una diminuzione della quota di persone in età lavorativa nella popolazione totale.
Dal dopoguerra la popolazione italiana è sempre cresciuta fino al 2014 arrivando a superare i 60 milioni di persone, nonostante il tasso di crescita della popolazione fosse rallentato gradualmente negli ultimi decenni.
Ma partire dal 1993 il numero di decessi sempre più superava quello delle nascite, e il cambiamento naturale della popolazione è stato negativo per 27 anni consecutivi (con l’eccezione del 2006).
Frattanto, a partire dal 1991 il numero degli immigrati superava il saldo tra nuove nascite e decessi (Cambiamento naturale della popolazione).
Popolazione e cambiamenti demografici
Al 1° gennaio 2021 la popolazione dell’UE era stimata a 447,0 milioni di abitanti, 312 000 in meno rispetto all’anno precedente.
La popolazione dell’UE è leggermente diminuita nel 2020, a causa dell’impatto della pandemia di Covid-19.
Variazione della popolazione per componente (tassi grezzi annuali), UE, 1960-2020[1]
Aumento della quota della popolazione di età pari o superiore a 65 anni tra il 2010 e il 2020
L’impatto dell’invecchiamento demografico all’interno dell’Unione europea (UE) è un argomento di grande importanza e lo sarà ancora di più nei prossimi decenni. Tassi di natalità costantemente bassi e un’aspettativa di vita più elevata stanno trasformando la forma della “piramide di età”.
Il cambiamento più importante è rappresentato dalla marcata transizione verso una struttura della popolazione molto più anziana, uno sviluppo che è già evidente in diversi Stati membri dell’UE, e in Italia in particolare.
La percentuale di persone in età lavorativa nell’UE si sta riducendo, mentre il numero relativo di pensionati è in aumento. La quota di persone anziane nella popolazione totale è già molto più alta che in passato e aumenterà significativamente nei prossimi decenni. Ciò comporterà, a sua volta, un aumento dell’onere per le persone in età lavorativa di provvedere alla spesa sociale richiesta dall’invecchiamento della popolazione per una serie di servizi correlati.
L’invecchiamento della popolazione è una tendenza a lungo termine iniziata diversi decenni fa in Europa.
Questa tendenza è visibile nelle trasformazioni della struttura per età della popolazione e si riflette in una quota crescente di anziani insieme a una diminuzione della quota di persone in età lavorativa nella popolazione totale.
Il cambiamento naturale della popolazione dell’UE è stato positivo – anche se in diminuzione – fino al 2011, e poi negativo dal 2012, con più decessi che nascite registrate nell’UE (grafico 2). La variazione complessiva dopo il 2011 (positiva, con 6,5 milioni di abitanti in più tra gennaio 2012 e gennaio 2021) è quindi dovuta alla migrazione netta.
Si prevede che la quota di persone di età pari o superiore a 80 anni nella popolazione dell’UE avrà un aumento di due volte e mezzo tra il 2020 e il 2100, dal 5,9 % al 14,6 %.
La quota di anziani continua ad aumentare
La popolazione dell’UE al 1° gennaio 2020 era stimata a 447,3 milioni. I giovani (da 0 a 14 anni) costituivano il 15,1 % della popolazione dell’UE (cfr. tabella 1), mentre le persone considerate in età lavorativa (da 15 a 64 anni) rappresentavano il 64,3 % della popolazione. Le persone anziane (di età pari o superiore a 65 anni) hanno avuto una quota del 20,6 % (un aumento di 0,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente e un aumento di 3 punti percentuali rispetto a 10 anni prima).
L’età media italiana è la più alta nella UE
L’età media della popolazione dell’UE è in aumento ed era di 43,9 anni al 1° gennaio 2020 (cfr. grafico 2). Ciò significa che metà della popolazione dell’UE aveva più di 43,9 anni, mentre l’altra metà era più giovane. In tutti gli Stati membri dell’UE l’età media variava tra i 37,7 anni a Cipro e i 47,2 anni in Italia,
Aspettativa di vita a 65 anni
Nel 2019, l’aspettativa di vita a 65 anni è stata stimata a 20,2 anni (0,2 anni in più rispetto all’anno precedente), raggiungendo i 21,8 anni per le donne (0,2 anni in più rispetto al 2018) e 18,3 anni per gli uomini (0,2 anni in più rispetto al 2018). Nel 2020 l’aspettativa di vita all’età di 65 anni ha registrato un calo significativo nella maggior parte degli Stati membri dell’UE a causa della pandemia. C’è stata una diminuzione di -1,5 anni in Polonia e Spagna, -1,3 anni in Belgio, -1,2 anni in Italia,
Divario di genere nell’aspettativa di vita
Ci sono ancora grandi differenze tra i paesi quando si guarda alle aspettative di vita di uomini e donne. Nel 2020, l’aspettativa di vita per le donne è ancora superiore all’aspettativa di vita per gli uomini. Con un divario di genere di 5,5 anni nel 2019, le donne appena nate nell’UE dovrebbero generalmente aspettarsi di sopravvivere agli uomini
Speranza di vita alla nascita, UE, 2002-2019[2]
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L’aspettativa di vita alla nascita è aumentata rapidamente durante il secolo scorso a causa di una serie di fattori, tra cui la riduzione della mortalità infantile, l’aumento degli standard di vita, il miglioramento degli stili di vita e una migliore istruzione, nonché i progressi nell’assistenza sanitaria e nella medicina. Le statistiche ufficiali rivelano che l’aspettativa di vita è aumentata, in media, di oltre due anni per decennio dal 1960. Tuttavia, gli ultimi dati disponibili suggeriscono che l’aspettativa di vita è rimasta stagnante o addirittura diminuita nella maggior parte degli Stati membri dell’UE. Sulla base dei dati provvisori sulla mortalità disponibili per il 2020, Eurostat ha calcolato stime sugli effetti della pandemia di Covid-19 sull’aspettativa di vita.
- Nota: esclusi i dipartimenti francesi d’oltremare fino al 1997 compreso. Interruzioni in serie: 1991, 1998, 2000-01, 2008, 2010-12, 2014, 2015, 2017 e 2019. 1960: non disponibile per «saldo migratorio e aggiustamento statistico» e per «cambiamenti naturali» Fonte: Eurostat (codice dati online: demo_gind)
- Nota: interruzioni di serie per il 2010, 2011, 2012, 2014, 2015, 2017 e 2019; stima, dati provvisori per il 2018 e il 2019. Fonte: Eurostat (codice dati online: demo_mlexpec)