Nel 2020 l’Italia ha prodotto circa 2,7 milioni di tonnellate di frumento tenero e farro, pari al 2,2% della produzione UE, abbiamo consumato 7,9 milioni di tonnellate, circa 133 Kg. in media a testa.
Abbiamo importato per 4,9 milioni di tonnellate e esportato circa 0,4 milioni di tonnellate, con un saldo di 4,5 milioni di tonnellate importazioni di importazioni.
L’Italia ha prodotto nel 2020 3,9 milioni di tonnellate di grano duro, circa il 50% di tutto il grano duro prodotto nella Ue. Non per caso siamo anche i maggiori consumatori: ne consumiamo 7,5 milioni di tonnellate all’anno, cioè mediamente 127 Kg. a testa, per la quasi metà importate. Le importazioni sono state di 3,1 milioni di tonnellate.
Il grano duro nel mondo è coltivato su un’area molto meno estesa del frumento tenero, al contrario in Italia dove è fondamentale per la preparazione di paste alimentari, di cui ne produciamo circa 3 milioni di tonnellate all’anno.


I DATI DI QUESTO GRAFICO SONO SEMPRE AGGIORANTI CON I RILASCI PIU’ RECENTI DELLA FONTE DATI
•Cereali sono un’ampia varietà di prodotti agricoli di interesse alimentare. Sono inclusi nella categoria i cereali principali come grano, riso, mais, orzo, avena e segale, e cereali minori come sorgo, miglio, teff, triticale, scagliola o Lacrime di Giobbe[1]. Appartengono inoltre ai cereali anche piante di altre famiglie botaniche, come per esempio il grano saraceno, o la quinoa, che hanno in comune il fatto di essere coltivate per il loro grano.
“Cereali” non è un termine botanico, quindi non corrisponde alla famiglia delle poacee (o graminacee), come molti credono, ma letterario e storico: indica tutte le «piante erbacee che producono frutti i quali, macinati, danno farina da farne pane e altri cibi».[13] Comprende perciò tutte le piante i cui frutti o semi ricchi di amido sono usati dall’uomo per ricavarne polente, minestre, pane, paste da cuocere e altri prodotti amilacei. Non essendo un seme, la patata (tubero), pur ricca d’amido, non è un cereale, mentre non solo frumento e riso, ma anche grano saraceno, quinoa e amaranto sono cereali. •I cereali sono raccolti in grandissime quantità e in molti paesi in via di sviluppo rappresentano l’alimento principale nella dieta della popolazione. Nei paesi sviluppati, seppur non sia paragonabile a quello dei paesi in via di sviluppo, il consumo dei cereali nelle diete di tutti è consistente
•Nel 2 020 l’UE ha prodotto 286.5 milioni di tonnellate di cereali. •Nel 2020 la produzione cerealicola nell’UE è stata inferiore di 12.9 milioni di tonnellate rispetto al 2019, a causa delle condizioni secche e delle forti ondate di calore in gran parte dell’Europa centro-occidentale e settentrionale, della Romania orientale e della Bulgaria e della Grecia settentrionale. •Nel 2020 il prezzo alla produzione dei cereali nell’UE era in media del 3,7 % superiore a quello del 2019.
•Il raccolto di cereali dell’UE nel 2020 è stato inferiore a quello del 2019 Nel 2020 la produzione di cereali raccolti (riso compreso) nell’UE è stata di 286.5 milioni di tonnellate. Si tratta di 12.9 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2019, pari a un calo del 4,3 %, e di 21.4 milioni di tonnellate in meno rispetto ai 307.9 milioni di tonnellate registrati nel 2014
•Nel 2 020 l’UE ha raccolto 119.1 milioni di tonnellate di frumento tenero e spelta, pari al 41,6 % di tutti i cereali raccolti (cfr. figura 2). Si tratta di 12.7 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2019, con un calo del 9,7 %. Uno dei motivi è stato il clima e l’altro la netta riduzione della superficie raccolta (dal 5,9 % a 20.8 milioni di ettari, in gran parte a causa delle avverse condizioni atmosferiche autunnali che hanno ostacolato la semina).