Nel 2020 il numero dei decessi ha superato quello delle nascite in Italia. colpa del Covid? non solo. La popolazione è diminuita di 342.000 persone. È poco meno degli abitanti di Firenze. Dal 2015 al 2021 è stato perso un milione di abitanti.
In realtà la popolazione italiana è in calo netto dal 2015 nonostante i flussi di immigrazione (+250.000 circa) e nessuno sembra sensibile alla gravità del fenomeno.
In Italia il tasso di natalità è ora al livello più basso dalla sua unificazione nel 1861. È diminuito ogni anno dal 1964.
Nel 2020 sono nati 404.104 mila bambini. Ancora un calo rispetto alle nascite degli anni precedenti: nel 1964 erano nati 1.016.120 di bambini.
Nel 2020 le morti sono state 746.000, con una emorragia di 342.000 vite. È quello che si chiama “Variazione naturale della popolazione”, il saldo tra nuovi nati e decessi.
Il fenomeno è iniziato quasi trent’anni fa: nel 1993 per la prima volta il numero delle morti ha superato quello delle nascite. Ma è negli ultimi 10 anni che i numeri sono diventati drammatici: in dal 2011 al 2020 il numero di morti ha superato complessivamente quello dei nuovi nati di 1.550.000 unità.
Certamente il Covid ha accentuato la caduta, ma è il basso numero di nascite quello che preoccupa: la media europea del tasso di fertilità (Total Fertility Rate o TFR nella definizione internazionale) è di 1,53 nati vivi per donna, in Italia il tasso di fertilità è di 1,27 (bambini nati vivi per donna) [1].
È stato calcolato che per mantenere stabile la popolazione di un paese, il tasso di fertilità dovrebbe essere di 2,1 (figli per donna). Questo tasso di natalità di 2,1 si riscontra nello scenario in cui il numero dei nuovi nati è in grado di sostituire il numero dei morti che si hanno ogni anno. Molte nazioni ben sviluppate sono al di sotto di questa cifra, mentre in molti paesi in via di sviluppo il tasso è molto più alto.
L’indice di fertilità indica la prolificità indicata rispetto a una “donna media” e non va confuso con il tasso di natalità (Crude Birth Rate o CBR nella definizione internazionale) che fornisce una misura del numero di nascite registrate in una data popolazione in un arco di tempo (di solito un anno) ed è calcolato come rapporto tra il numero di nascite in quel periodo e la popolazione media nello stesso periodo.
In Italia nel 2020 il tasso di natalità è stato di 6,8 (nascite per mille abitanti), nella UE è stato di 9,1 (nascite per mille abitanti) mentre a livello mondiale il tasso è circa di 18 (nascite per mille abitanti).
Il problema è europeo, ma l’Italia è il fanalino di coda in Europa.
Come detto, l media europea del tasso di fertilità è di 1,53 (figli per donna) che vanno da 1,14 a Malta a 1,86 in Francia. La Francia detiene il tasso più alto in Europa.
Nel mondo l’indice di fertilità è intorno al 2,4 (figli per donna), era il doppio circa 60 anni fa.
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Nel 2019 sono nati nella UE 4,167 milioni di bambini, corrispondenti a un tasso di natalità (nascite per mille abitanti) di 9,3 (circa la metà di quello mondiale nel suo insieme)
Perfare un confronto il tasso di natalità nella UE era di 10,50 nel 2000, del 12,80 nel 1985 e del 16,40 nel1970.
Il tasso di mortalità è il rapporto tra il numero delle morti in una comunità o in un popolo durante un periodo di tempo e la quantità della popolazione media dello stesso periodo.
In Italia nel 2020 il tasso di mortalità è stato di 12,6 morti ogni 1.000 abitanti. Come detto il tasso di natalità è stato di 6,8 nuovi nati per ogni 1.000 abitanti.
Il numero di nati vivi è diminuito progressivamente tra il 1960 e il 1995, mentre il numero di decessi è aumentato lentamente.
Il divario tra nati vivi e decessi nell’UE si è ridotto considerevolmente dal 1961 in poi e il cambiamento naturale della popolazione è diventato negativo nel 2012, quando il numero di decessi ha superato il numero di nascite.
Poiché si prevede che il numero di decessi aumenterà ulteriormente a causa dell’invecchiamento della popolazione e supponendo che il tasso di fertilità rimanga a un livello relativamente basso, il cambiamento naturale negativo (più decessi che nascite) potrebbe continuare. In questo caso, il declino o la crescita complessiva della popolazione dell’UE dipenderanno in larga misura dal contributo apportato dalla migrazione netta.
La dimensione di una popolazione cambia in modo dinamico nel tempo, in funzione di tre eventi demografici: nascite, morti e flussi migratori, ognuno dei quali modella la struttura della popolazione nel tempo. Il principale risultato degli attuali livelli di fertilità e mortalità nell’UE-27 è un progressivo invecchiamento della popolazione. Si tratta di un processo demografico in corso e le sue conseguenze sono analizzate dai responsabili politici dal punto di vista sociale, economico e del lavoro.
1 Il TFR è una misura della fertilità di una donna immaginaria che passa attraverso la sua vita riproduttiva soggetta a tutti i tassi di fertilità specifici per età che sono stati registrati per le età 15-49, per una data popolazione in un dato anno.
Il TFR rappresenta il numero medio di bambini che una donna avrebbe potenzialmente, se avanzasse velocemente attraverso tutti i suoi anni di gravidanza in un singolo anno, sotto tutti i tassi di fertilità specifici per età per quell’anno.
Il tasso di fertilità totale (TFR) non si basa sulla fertilità di nessun gruppo reale di donne poiché ciò comporterebbe l’attesa fino al completamento della gravidanza. Né si basa sul conteggio del numero totale di bambini effettivamente nati nel corso della loro vita. Invece, il TFR si basa sui tassi di fertilità specifici per età delle donne nei loro “anni fertili”, che nell’uso statistico internazionale convenzionale è di età 15-44 o 15-49.
In altre parole, questo tasso è il numero di figli che una donna avrebbe se fosse soggetta ai tassi di fertilità prevalenti a tutte le età da un dato anno e sopravvive per tutti i suoi anni di gravidanza.